martedì 16 novembre 2010

Sognando gli Amusement Parks On Fire

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"Cos'è lo shoegaze??"
"No, eh si... mi sembra, insomma si potrebbe ipotizzare che lo shoegaze è una cattiva azione, cioè quando si dice... gli ha dato una gran shoegaze! ah si quando uno sciame d'api, ah no! è un piatto regionale abruzzese..."
"Un piatto regionale abruzzese... Ahahahah! Lo shoegaze è un genere musicale caratterizzato da una pioggia di melodie sognanti scatenata da un temporale di feedback di chitarra"

Prendendo spunto da una mitica scena di Fantozzi Contro Tutti ho cercato qui sopra di dare una definizione alternativa di shoegaze, uno dei "tag" (come sono 2.0) più misteriosi creati dagli addetti ai lavori alla fine degli anni 80. Al suo interno rientrano sicuramente gli Amusement Parks On Fire, quintetto inglese capitanato dall'istrionico Michael Feerick, una specie di mix tra Jonsi, Thom Yorke e Billy Corgan.

Il loro nuovo album, Road Eyes, cerca di portare su un livello più mainstream uno stile musicale da sempre relegato ai margini della grande industria discografica. E ci riesce piuttosto bene. Personalmente penso che gli APOF siano la cosa più simile (a livello emozionale, ma non solo) ai My Vitriol, una delle band più compiante degli ultimi 10 anni, che io abbia mai sentito. Per dare delle coordinate ancora più precise c'è anche una certa affinità con l'alternative rock dei Silversun Pickups e con il dream-pop degli M83.

Gli Amusement Parks On Fire hanno innegabilmente uno dei nomi più belli che io abbia mai sentito: fossi Roland Emmerich ci penserei seriamente per il mio prossimo film, pagherei per veder fluttuare nel cielo orde di ragazzini terrorizzati. Stasera gli mando una mail.

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venerdì 5 novembre 2010

Ci sono un australiano, un australiano e... i Civil Civic

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Ricetta del giorno: prendete un australiano, dategli una chitarra, un laptop e mettetelo a vivere a barcellona. Poi prendete un altro australiano suo amico, mettetegli in mano un basso Rickenbecker, un altro laptop e speditelo a Londra. Fate cuocere e poi godetevi il loro ultimo prodotto, Run Overdrive/Fuck Youth (scaricabile gratuitamente da qui).

Aaron Cupples e Ben Green hanno avuto la bella idea di formare i Civil Civic vivendo a 1500 km di distanza, avvalendosi delle possibilità offerte dal mondo d'oggi e sfruttando appieno la loro presunta attitudine nerd. Il risultato, tenendo conto che sono solo in due, è clamoroso: post-punk, math, electro sono i generi che mi vengono in mente per descrivere un mix di suoni che suona davvero innovativo, alla faccia di chi sostiene che ormai all'alba del 2010 non ci sia più nulla da inventare.

Il gruppo che viene in mente, ascoltando anche il precedente EP intitolato semplicemente 1, sono i supercompianti Death From Above 1979, il duo canadese che nel 2004 aveva fatto impazzire mezzo Regno Unito col masterpiece You're a Woman, I'm a Machine. Attenzione però, non sto dicendo che i Civil Civic siano una mera copia del combo di Toronto ma che potrebbero colmare un vuoto nel cuore di tutti noi.

Last but not least, i simpatici australiani sono stati scelti nientepopodimenoche dai 65daysofstatic per aprire la loro unica data italiana domenica 14 novembre al Tunnel di Milano. L'accoppiata promette scintille, chi non viene vale pochissimo.

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