domenica 24 ottobre 2010

Lydia, gente che si sveglia vicino al mare

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Un paio di mesi fa stavo in chat con un mio amico che mi fa:
"Sentiti i Lydia, per me sono troppo emo ma a te piacciono sicuro".
Con parecchia diffidenza mi sono procurato Illuminate, il loro secondo album. I primi ascolti sono stati interlocutori ma, come ogni disco che si rispetti, ha iniziato a farsi apprezzare giorno dopo giorno. Ora, tre mesi dopo, è un album che ha abbastanza monopolizzato le mie playlist quotidiane.

La buona notizia è che NO, i Lydia non sono una band emo. Come per i già citati The Get Up Kids, non sono state avvistate frangette, ciuffe, eyeliner o quant'altro. I cuori spezzati invece fioccano come funghi: raramente ho sentito melodie più dolci di quelle che riescono a creare le due voci di Leighton e Mindy, le due anime del gruppo.
La brutta notizia è che SI, anche loro si sono in pratica già sciolti. Come gli amici Rinoa anche questa fantastica band proveniente dall'Arizona è attualmente in tour per dire addio a tutti i loro fan.

L'inizio della fine è stata la dipartita di Mindy White lo scorso marzo, anche in questo caso senza dare una reale motivazione. Neanche due mesi dopo è venuta a galla la verità: insieme a due ex membri dei Copeland la dolce miss White era già pronta a tornare sulle scene con una band nuova di zecca, gli States. Galeotto fu il tour che i Lydia affrontarono nel 2009 di spalla agli stessi Copeland, per la serie "da cosa nasce cosa".

Come regalo d'addio la band ha voluto comunque pubblicare lo scorso luglio il loro nuovo album, Assailants, un'opera che avrebbe potuto anche catapultarli nei giri che contano grazie al loro sound assolutamente assimilabile anche da pubblici dai palati meno fini, quelli che ascoltando i Muse e i Coldplay pensano di essere dei veri rocker (con tutto il rispetto per queste due ottime band). Ci è rimasto invece tra le mani un disco buono ma non eccelso, privo delle melodie al piano di Mindy, un vero e proprio incompiuto.

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venerdì 15 ottobre 2010

Rinoa, R.I.P.?

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"It's over. Were devastated. So sad. Will miss everyone so much xxx".
Questo l'ultimo tweet dei Rinoa, band inglese che due giorni fa' ha sorpreso tutti annunciando lo scioglimento. Devo ammettere che la notizia mi ha abbastanza rovinato la giornata, il loro debutto An Age Among Them è sicuramente nella Top Five delle uscite di questo 2010, uno di quei debutti che lasciano il segno.

E' davvero incredibile come un gruppo ormai sulla rampa di lancio per diventare una real big thing del panorama post-hardcore inglese abbia deciso di sciogliersi, oltretutto pochi giorni dopo la data in Belgio nientepopodimeno che con gli Oceansize: che abbiano deciso di appendere le chitarre al chiodo dopo aver visto come diavolo suona la band di Effloresce? Scherzi a parte, il motivo dello split-up al momento non si conosce, sul loro myspace blog parlano di fattori che impediscono alla band di continuare.

Non c'è molto altro da aggiungere se non che An Age Amongst Them e gli stessi Rinoa rischiano di diventare nel loro piccolo una band di culto, una di quelle rarità che tutti i presunti espertoni di musica consiglieranno negli anni futuri.
Allo stesso tempo rimane anche la speranza che i ragazzi ci ripensino: hanno annunciato che finiranno le date del tour in programma, chissà mai che a forza di risuonare Sol Winds tutti insieme, davanti ad un pubblico che sta(va) già crescendo considerevolmente, gli faccia cambiare idea.

Nota di colore: nelle ultime date suoneranno con loro gli Hello Mexico, altra promettentissima band che si candida ufficialmente a diventare una delle rivelazioni del 2010.
Nell'attesa che i Rinoa annuncino la reunion.

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lunedì 11 ottobre 2010

This Will Destroy You live report @ King Club Livorno

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"Dio benedica il post-rock": con queste parole sabato sera ha salutato tutti  Gabriele Centelli, leader dei Platonick Dive, una delle due band locali (l'altra erano gli Ile) che ha fatto da apripista al concerto dei This Will Destroy You al King Club di Livorno. Come dargli torto? Il suddetto genere è quello che mi ha spinto a fare 300 km per assistere allo show di una delle band più sotto i riflettori di tutto il panorama post-rock per l'appunto.

Usciti nel 2006 con Young Mountain, i This Will Destroy You sono riusciti a poco a poco ad emergere tra le miriadi di gruppi post-rock usciti negli ultimi anni. La formula è quella classica: atmosfere dilatate, smandolinate eteree, marcette infinite e quintalate di dolce malinconia, come resistervi? La riconferma con l'ominimo album del 2008 ha permesso ai quattro texani di posizionarsi subito dietro i mostri sacri del genere Mogwai, Explosions in the Sky e Mono.

Un'altra delle peculiarità che hanno permesso ai TWDY di farsi davvero moltissimi fan in tutto il mondo è qualità dei loro live. Purtroppo il mio giudizio dopo la serata livornese è un mesto "senza voto". Suoni squilibrati (quando "aprivano" il basso copriva tutto il resto), scaletta opinabile ma soprattutto tanta tanta maleducazione da parte del pubblico presente. Il concetto di rispetto dev'essere sconosciuto alla maggior parte delle persone accorse al locale: chiacchiere ad alta voce, risate, urla, gente con le spalle rivolte al palco... roba da aver vergogna ad essere italiani.

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giovedì 7 ottobre 2010

Continua il regno dei Kings of Leon

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La prima volta che sentii nominare i Kings of Leon era il 2004: un'amica era andata completamente in fissa per loro e il sottoscritto, da poco depuratosi dal plasticoso mondo del nu-metal, faceva davvero fatica a capire che ci trovasse in quel gruppo di campagnoli tutti imparentati tra loro. Li trovavo curiosi e divertenti ma ben lontani dai miei gusti (anche se ammetto che California Waiting la trovavo molto orecchiabile).

Settembre 2008: una sera come un'altra torno a casa verso la una di notte e come di consueto accendo MTV che ai tempi trasmetteva ancora Brand:New. Dopo un paio di inutili video indie ecco che parte questa canzone che subito attira le mie orecchie anni 90: nel video un figaccione barbuto in canotta (no, non sto dalla parte di Tiziano Ferro se è questo che vi state chiedendo), un Gibson Thunderbird da bava alla bocca e un sound da primi della classe. Il video finisce e leggo "Kings of Leon", non ci credevo.

Il resto è storia: i fratelcugini Followill negli ultimi due anni hanno letteralmente conquistato il mondo - musicalmente parlando - si sono accorti di loro addirittura in Italia dove finalmente verranno in concerto il 3 dicembre a Bologna. Tra pochi giorni il nuovo album Come Around Sundown invaderà tutti i megastore del mondo e confermerà ancora una volta i KOL come una delle rock band più importanti del momento. Non ci sono particolari novità nel sound della band di Nashville, chi li ama continuerà a farlo, chi li trova il gruppo più inutile della storia idem.

Nuovo angolo dedicato al gossip: il leader e cantante della band Caleb Followill ha annunciato che a breve convolerà a nozze con Lily Aldridge, una orrenda ragazza che si guadagna da vivere sculettando sulle passerelle con della biancheria intima un po' troppo costosa. La proposta è arrivata pochi giorni dopo che la band ha rifiutato di prender parte con una loro canzone a Glee, la serie TV che ha fatto impazzire gli yankee la scorsa stagione.
Caro Caleb, ti stimo.

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domenica 3 ottobre 2010

Bring Me The Horizon, lights e ombre

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Immagino che domani l'album più venduto in tutti i negozi del Regno Unito sarà There Is a Hell, Believe Me I've Seen It. There Is a Heaven, Let's Keep It a Secret, terza opera dei discussi Bring Me The Horizon, uno dei gruppi più amati e allo stesso tempo odiati d'Inghilterra.

Il metalcore (o se preferite chiamarlo deathcore, moshcore ma anche minchiacore) non è esattamente il mio genere preferito ma una volta a stagione mi piace fracassarmi le orecchie con un bel disco ingnorante, qualcosa da sentire alla nausea per 5-6 giorni esaltandomi come un giovane hater. Rispetto al precedente Suicide Season uno sforzo evolutivo c'è stato e si sente dal singolo It Never Ends (videoclip ufficiale qua sotto) dove melodia, elettronica e cori medievali rendono il tutto un po' più vario e quasi catchy.

Ma la novità più grande sta nella doppia collaborazione con Lights, all'anagrafe Valerie Anne Poxleitner, una versione femminile e ancor più pop di Owl City. L'angelica voce della cantante canadese caratterizza i due pezzi migliori dell'album, l'iniziale Crucify e Don't Go, struggente pezzo che spezzerà migliaia di giovani cuori tatuati.

Breve angolo dedicato al gossip: che Sykes si sia innamorato della bella canadesina? Ma certo che no! Il pluritatuato cantante di Sheffield è infatti felicemente fidanzato con Amanda Hendrick, una stupenda modella scozzese conosciuta due anni fa dopo un concerto a Glasgow. Tra le altre cose Amanda è anche la modella che posa nel sito della Drop Dead Clothing, la linea d'abbigliamento disegnata dallo stesso Sykes.



Tornando alle cose serie, i Bring Me The Horizon faranno tappa a Milano il prossimo gennaio ai Magazzini Generali. Lo scorso anno al Rock In Idro avevano fatto una magra figura dando vita a uno show impreciso, piatto e con parecchie nubi sulla voce di Sykes. Gli concederò un'altra chance? Massì dai, anzi magari ci porto anche la mia sorellina che a quattordici anni ha il diritto e il dovere di vedere un concerto del genere!

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